Ravello “La città della musica”
Antica città medievale, sita su un altopiano sovrastante Maiori e Minori, Ravello gode di una spettacolare vista sul Golfo di Salerno che, nel corso del tempo, ha incantato molti artisti, tra cui Richard Wagner a cui è dedicata la manifestazione simbolo della città: il Ravello Festival.
Conosciuta in tutto il mondo per la sua storia, per i suoi incantevoli paesaggi, per i preziosi monumenti e per le dimore patrizie, la cittadina si estende per 7 km² e conta circa 2506 abitanti, i ravellesi.
La città è sorta tra la fine dell’impero Romano d’Occidente e la nascita di quello d’Oriente, quando, famiglie dell’aristocrazia romana per sfuggire alle incursioni barbariche trovarono rifugio sui Monti Lattari, ricchi d’acqua e di vegetazione. Alcuni studiosi fanno risalire il toponimo Ravello ad una ribellione alle leggi amalfintane, mentre, un’ipotesi più accreditata lo riconduce al radicale pre-indoeuropeo “Grav” che legato alla sua base “karra” (pietra, dirupo) starebbe ad indicare la natura scoscesa del territorio. Fino al'XI secolo Ravello segue le sorti del Ducato di Amalfi, repubblica mercantile che effettua scambi con l’oriente Arabo e Bizantino, così nei secoli dal XI al XIV segue una grande ascesa economica con lo sviluppo di un’aristocrazia sostenuta dai normanni e un nucleo urbano molto popolato con la nascita di palazzi, botteghe, chiese e giardini. Dopo la morte di Roberto D’Angiò, però, ebbero inizio una serie di lotte intestine tra Durazzeschi e Angioini che ridusse le ricche città del ducato in lande desolate, abbandonate dalla nobiltà che partì alla volta di Napoli. All’epoca dell’ “Infeudazione”, Ravello fu interessata da un processo di ruralizzazione, anche se manteneva l’antica struttura medievale e le dimore gentilizie che furono salvate dalle famiglie nobili.
A partire dal XVI secolo la cittadina attraversò un processo di decadenza, anche a causa di terremoti e carestie che la segnarono, e, almeno fino al XVIII secolo la sua storia fu legata a quella del Regno di Napoli. Per ritrovare i suoi fasti la città dovette aspettare la seconda metà dell’Ottocento, quando fu riscoperta e divenne meta di artisti e visitatori che ne ammiravano le bellezze naturali ed artistiche definendola come luogo di rinvigorimento dello spirito. Pur se piccola, Ravello è una meta ambitissima dai turisti di tutto il mondo che ne ammirano le molteplici risorse, come i monumenti che si affacciano sulla costiera contribuendo a formare le sue particolari bellezze paesaggistiche. Di grande spessore storico e architettonico è, certamente, il Duomo di Ravello, risalente all’XI secolo e con il caratteristico portale a formelle bronzee, opera di Barisano di Trani (1179). All’interno la struttura è caratterizzata da due amboni a intarsi marmorei, a destra quello del Vangelo, opera di Nicolò di Bartolomeo da Foggia (1272), e a sinistra un altro di derivazione bizantina, donato dal secondo vescovo di Ravello. Nella cappella seicentesca è custodita l’ampolla con il sangue di San Pantaleone, reliquia presente in città già dal XII secolo. Di pari importanza è anche il museo annesso, con opere come il busto di Sigilgaita Rufolo, realizzato da Nicolò di Bartolomeo da Foggia.
Numerose, poi, le chiese che si possono ammirare, con la loro importanza storica, come la Chiesa di Santa Maria a Gradillo, di impianto basilicale, con tre absidi, risalente all’XI secolo. Costruita nel XII secolo è la Chiesa di San Giovanni del Toro, con un pulpito, risalente al 1200, arricchito da bacini persiani e affreschi del ‘300 nella cripta. La caratteristica fondamentale sono i tre absidi con cupole ed archi intrecciati. Poi c’è la Chiesa di San Francesco, di costruzione gotica, ma rifatta nel XVIII secolo, la Chiesa di Santa Chiara, documentata già nel XIII secolo, ma rimaneggiata nel XVIII secolo e la Chiesa dell'Annunziata, nota soprattutto per le due caratteristiche cupolette.
Ravello è riconosciuta anche per le sue caratteristiche Ville, testimonianza di epoche passate, di ricchezza e di sfarzo, come Villa Rufolo, insieme di edifici risalenti al XIII e XIV secolo, con influssi islamici. Contiene anche un Antiquarium archeologico. Non meno notevole è Villa Cimbrone, edificio eclettico, con riutilizzo di frammenti antichi e che il celebre Belvedere. Il Museo Camo del Corallo, con pezzi autentici e preziosi come la tabacchiera del XVIII secolo, incrostata di cammei. E lo storico Santuario dei Santi Cosma e Damiano, risalente al XIV secolo. Molti artisti hanno visitato Ravello e ne hanno elogiato la bellezza, oltre a Wagner, nella seconda metà del XIX secolo, altri nomi illustri sono stati attratti dal fascino del luogo, come: Giuseppe Verdi, Arturo Toscanini, Virginia Woolf, André Gide, Paul Valéry, Greta Garbo, Eduardo de Filippo, Gina Lollobrigida, Totò, Federico Fellini, John Kennedy, Vittorio Gassman, Romy Schneider e tanti altri.
Attualmente la cittadina ha un tenore di vita tra i più alti della Campania, e vi si svolge, annualmente, il celebre Festival di Ravello, una manifestazione che dura vari mesi, dedicata alla musica, alla danza, al cinema e a tutte le altre più importanti rappresentazioni artistiche. Il Festival, che è di gran pregio ed espande il nome di Ravello per tutti i paesi del mondo, si svolge a Villa Rufolo, che ha ispirato il musicista Richard Wagner, a cui è dedicata la kermesse, per il suo Parsifal. Se tale Festival è quello più legato al nome di Ravello, in città, però, vi si svolgono anche altre manifestazioni, di matrice religiosa, molto sentite dai ravellesi come la Festa patronale di San Pantaleone, che si svolge il 27 luglio e la Festa della Madonna Addolorata di Torello che si celebra la seconda domenica di settembre e si conclude con un suggestivo spettacolo pirotecnico. L'invidiabile posizione geografica di Ravello ha permesso di creare vitigni pregiati che, accanto ai limoneti e aranceti, rappresentano il fiore all'occhiello dell'offerta gastronomica ravellese.
La qualità del vino prodotto a Ravello ha ottenuto, insieme a quelli prodotti a Furore e Tramonti, il marchio D.O.C., proprio per valorizzare le produzioni vinicole della Costa d'Amalfi. Bianchi, rossi e rosé sono prodotti dalle cantine locali e commercializzati in tutto il mondo. Gli stessi vini, uniti alle pietanze tipiche della tradizione amalfitana, che coniugano sapientemente i prodotti del mare con quelli della cucina contadina, possono essere degustati nei numerosi ristoranti di Ravello, affacciati sullo splendido scenario della "Divina costiera". Anche l’artigianato rende Ravello una meta agognata dai turisti di tutto il mondo, di gran pregio è la lavorazione del Corallo, al quale è stato dedicato anche un Museo che custodisce preziosi manufatti derivanti da epoche remote. Inoltre, lodevole è la lavorazione artigianale di ceramiche che trova il suo epicentro nella vicina Vietri sul Mare.
Informazioni utili:
Come raggiungere Ravello:
Distanza da Sorrento: 38 km
In auto/moto: percorrendo la S.S. 163 in direzione Amalfi, poi prendendo la S.S 373 fino a Ravello.
In autobus: con i mezzi della Sita in direzione Ravello
Numeri utili:
Polizia Municipale: tel 089 857498
Taxi: tel. 089 857664
Uffici postali: Via Vescovado 3, tel 089 858161
Azienda Autonoma Cura Soggiorno e Turismo: Via Roma, 18/Bis 84010 Ravello, tel. 089 857977